Tutti sotto la stessa stella
Il diritto a manifestare è sacrosanto, anche con qualche limitazione, ma quando si scende in strada paragonando le misure anti covid con l’olocausto, allora non ci siamo più.
Già un cittadino comune dovrebbe vergognarsi di apporsi sul petto la stella di Davide per contestare il fatto che per accedere al Filmfestival bisogna “tamponarsi” o essere in possesso del certificato vaccinale, ma quando si vedono coinvolti due consiglieri comunali Verdi, due rappresentanti delle Istituzioni, è ancora maggiormente inaccettabile.
Che poi la Samantha On Ice sia corsa ai ripari con un comunicato, poco importa; quel che conta è che si tratta di un comunicato che sa tanto di una bela oregiatada e che in fondo giustifica i due fenomeni; sì han fatto una cazzata, ma su dai non volevano offendere nessuno; certo, però il fattaccio rimane.
Il Picchio Rosso si ferma qui facendo sue le parole di Liliana Segre – sperando che sia la On Ice che i due Verdi nostrani ne conoscano la storia- che ha giustamente affermato che è “follia paragonare i vaccini alla Shoah”: “Sono follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza”, e ancora “voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni? (…). Se l’unica arma per combattere questa malattia è il vaccino, non ne conosciamo altre, e facciamo il vaccino allora. Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo.”
Ecco, con un minimo di coraggio e di intelligenza intellettuale il comunicato dei Verdi avrebbe perlomeno dovuto condannare questo modo di contestare anziché cercare delle banali scuse a fatti ormai avvenuti. Va bene lavare i panni sporchi in casa, ma quando la sporcizia giunge sulla strada non si può far finta di niente.