Itinerari di testimoni della libertà – Giovan Battista Rusca (DFA SUPSI)


Dettaglio eventi


Il Gruppo culturale della sinistra del Locarnese e Valli in collaborazione con la Biblioteca cantonale di Locarno presentano, nell’ambito della rassegna Itinerari di testimoni della libertà

GIOVAN BATTISTA RUSCA (Sindaco di Locarno dal 1920 al 1961)

Venerdì 22 novembre 2024- ore 18.15 – AULA MAGNA DFA SUPSI – VECCHIA MAGISTRALE (anziché Biblioteca Cantonale)

Alla riscoperta di un radicale antifascista che si distinse nella politica cantonale e nazionale del primo Novecento
“Non si vuol riconoscere quel principio elementare di dinamica politica, il quale vuole che mentre determinati partiti o determinate coalizioni dirigono le sorte di un paese, altri partiti o altre coalizioni li abbiano a combattere.”…”Lo Stato di Diritto non è un orpello di cui fregiarsi quando fa comodo ma la garanzia fondamentale per far sì che la democrazia resti democrazia e non degeneri mai in tirannia della maggioranza.”(1927)

Relatori:
Sonia Castro, storica
Rodolfo Huber, archivista

Moderatore: Stefano Vassere, direttore delle biblioteche cantonali

Prima che prendano avvio le commemorazioni per il centenario del “Patto di Locarno”, è doveroso togliere dal dimenticatoio il politico che di questo evento fu il principale ideatore: Giovan Battista Rusca.

L’impegno del nostro illustre antenato inizia quando il Ticino, scampato dalla Grande Guerra 14-18, vive una realtà politica litigiosa e priva di virtualità ideali dentro un quadro istituzionale oramai anacronistico. Tra “pateracchi” vari, i due partiti maggiori, quello conservatore e quello liberale, tentano di fondare una propria democrazia consociativa e superare il gioco clientelare dei singoli. Chiamato nel 1920 ad assumere la carica di sindaco di Locarno, Rusca diventa nel 1927 deputato al Gran Consiglio ticinese e poi, in tre occasioni, al Consiglio Nazionale. Milita da subito nell’ala sinistra dei liberali. Irremovibile nella difesa dello spirito laicista e dei diritti civili, anticlericale, contesta il pragmatismo ondivago del suo partito non più rispondente alle reali domande del popolo ticinese. Viene espulso e figurerà tra i protagonisti della scissione radicale del 1934. Aperto alle riflessioni ideologiche dell’epoca e ai temi della politica internazionale, egli è convinto europeista. Grazie alla sua amicizia con prestigiosi fautori di una nuova collaborazione tra grandi potenze europee, si pensi ad Aristide Briand, riesce nel 1925 a portare a Locarno la Conferenza della Pace guadagnandosi il titolo di “Monsieur la Liberté”. Negli anni successivi deve confrontarsi con la diffusione del fascismo che anche in Ticino, soprattutto nelle file della destra liberale, trova molti sostenitori. La scelta antifascista lo allontana sempre più dal suo vecchio partito e rafforza la sua militanza nella corrente democratica. Si avvicina alle posizioni del socialista Guglielmo Canevascini e si prodiga coraggiosamente a sostegno dei perseguitati politici. Lo ricordiamo già nel 1930 nel collegio di difesa del celebre processo Bassanesi e nel 1939 come patrocinatore dei comunisti  accusati di aver arruolato volontari per la difesa della Repubblica spagnola. Nel 1943 raggiunge la “Zona Libera dell’Ossola” e porta in salvo personalmente nel Locarnese civili, partigiani e 300 bambini ossolani.

In conclusione della serata verrà offerto un rinfresco